Terre d’acqua. Lo spettacolo della natura tra fiumi e laghi nella pittura lombarda

Terre d’acqua. Lo spettacolo della natura tra fiumi e laghi nella pittura lombarda

di Fondazione Dominato Leonense

2 ottobre 2007

 

E’ stata inaugurata Venerdì 26 ottobre 2007 la mostra organizzata dalla Fondazione Dominato Leonense con la curatela del critico d’arte Maurizio Bernardelli Curuz, direttore della rivista STILE, dal titolo “Terre d’acqua”; un’esposizione interamente dedicata al tema dell’acqua, che ci consentirà di capire il mutamento dell’uomo di fronte all’elemento naturale e ad individu arne gli snodi del pensiero fra l’Ottocento e il Novecento.

Questa mostra si inserisce all’interno di un progetto più complesso, che coinvolge altre realtà europee, nello specifico due musei e una biblioteca situati in Polonia, Slovacchia e Ungheria. La rassegna di Leno promuoverà, alla distanza, il confronto con mostre analoghe, dedicate ai paesaggisti locali e realizzate nei primi mesi del 2008 nei paesi stranieri collegati.

Perché il tema dell’acqua? Risponde Maurizio Bernardelli Curuz:

“L’acqua è l’elemento pittoricamente più sensibile e cangiante. E’ l’indicatore che segna, più di altri, il mutamento della concezione del paesaggio. E soprattutto è lo specchio nella quale ogni civiltà si riflette. E dietro a questi cambiamenti, come dimostreremo nel corso della mostra, si profila sempre una nuova concezione della natura quindi del ruolo umano all’interno della quinta naturale.. E’ questa la chiave del percorso: vogliamo documentare, in una sintesi che s’estende a due secoli, il cambiamento della percezione della natura, soprattutto nel nostro territorio o ad opera di pittori bresciani e lombardi. In fondo, rappresentando la natura, l’uomo raffigura se stesso.” 

Questo tema è stato sviluppato in modo “non convenzionale”; OLYMPUS DIGITAL CAMERAnon solamente opere d’arte da fruire in modo passivo, ma un coinvolgimento in toto dello spettatore:

“Abbiamo seguito il concetto di installazione. Un video, girato dal regista Angelo Bonfadini a partire dal mio testo, consente, in apertura della mostra, di conoscere la storia del paesaggio e di prepararsi alla visita successiva alle opere. E’ visibile una parte del film di Franco Piavoli, tratto da Il pianeta azzurro: bolle d’aria che vibrano al momento del disgelo. Poi, nelle sala principale, il canto registrato di mille voci d’acqua”.

Descrive così la mostra il curatore, che ha strutturato il percorso in modo tale che i visitatori, prima di osservare le opere, possiedano già un OLYMPUS DIGITAL CAMERAbagaglio di conoscenze che permetta loro una fruizione consapevole delle opere. L’esposizione permette inoltre di stimolare non solo il senso della vista ma, seguendo i dettami delle installazioni d’arte, anche l’udito e l’olfatto sono coinvolti in un autentico concerto sonoro.

La mostra lenese è stata studiata anche con una forte impronta didattica: “La Fondazione – prosegue Bernardelli Curuz – ha predisposto un analitico catalogo, che diventa un sintetico libro dedicato agli snodi della rappresentazione paesaggista. Il catalogo contiene il mio saggio e le schede curate dai colleghi della rivista Stile arte. La Fondazione ha inoltre preparato le schede didattiche per i ragazzi che potranno così lavorare, all’interno della mostra e a scuola, sul bene acqua.”

Parallelamente alla mostra “Terre d’acqua”, al fine di promuovere lo sviluppo culturale e una migliore conoscenza del panorama artistico del territorio della bassa, la Fondazione ha ospitato la rassegna “Il respiro dell’acqua….. nel paesaggio”, organizzata dal Centro Culturale San Filippo Neri di Fiesse (Bs). Si tratta di una collettiva di circa 30 artisti contemporanei provenienti dalla Bassa Bresciana, che si confrontano con i grandi maestri del passato sul tema dell’acqua.

 

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